Un amore di fondo, con Paltrinieri al via

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Il commento del direttore: A trenta chilometri da Roma, sul lago di Bracciano tra natura e colori bellissimi, ritorna in scena l'acqua libera. In una tribù di fondo che fa point-break nell'anima dei nuotatori. Emozioni e adrenalina della tribù più libera del nuoto.

Copyright foto: Swimbiz.it

Di cosa sia, o meglio rappresenti, l’essenza del nuotare con una prospettiva di fondo, lo abbiamo scritto spesso. Se esiste un nuoto primordiale, una bracciata che ha una libertà quasi totale, seppur inserita in uno spazio delimitato da grandi boe in cui girare e cambiare la direzione, ecco quello è l’acqua libera del nuoto che più nel fondo della distanza si relaziona con un orizzonte temporale che pare non finire mai.

Via la corsia della piscina, tutto si apre anche a una fisicità diversa, antropologicamente e forse spiritualmente diversa dai grandi eventi che il nuoto propone in piscina: al lago di Bracciano - trenta e pochi più chilometri da Roma, bacino idrico di salvezza per le carestie estive idriche della Capitale - nella finale della due giorni di cinque e diecimila metri della coppa europea tutto si concentra in una spiaggetta con un albergo-ristorante che già evoca familiarità e fratellanza sportiva: da Alfredo. Con l’afflato competitivo di atleti anche dalle forme morbide e rilassate seppur nella tensione agonistica del momento.

Si entra insieme – un’unica distanza separa i gruppi, prima gli uomini e poi le donne- e spicca il numero 12, un tedesco meno tirato e tartarugato del solito. Il fondo non è solo fisicità. È anima e cuore, passione e filosofia, mente e profondità d’animo, esperienza e solitudine agonistica.  Ci si scambia tutti un saluto alla chiamata. Poi sarà battaglia nella regolarità di chi come la teutonica numero 40 Angela Maurer ha un palmares incredibile e un presente agonistico di ultra quarantenne che del fascino delle acque libere non riesce più a fare a meno. Longevità agonistica e futuro dagli spazi infiniti.

Compare Gregorio Paltrinieri. Il novizio qui, fuori il re olimpico mondiale e europeo del chilometro e mezzo nella piscina dei grandi numeri. Cappellino e maglietta, si avvicina alla compagna (di squadra) Martina Caramignoli e con naturalezza l’aiuta con la cuffia. Libero di essere un nuotatore che ama questi spazi, libero di pensare che alla monotonia che alla fine ti prende in allenamento e in piscina, c’è questa meraviglia. Semplice, fuori dal clamore, uno di noi della tribù del fondo. Si gusta il fascino del momento Greg - il cielo che minaccia acqua in un grigio squarciato dal sole che pare una tela dedicata ai santi e all’avventura della creazione - e l’acqua del lago che s’increspa con un vento che ha ancora rispetto di chi si darà battaglia per diecimila leghe sopra questo scenario di natura e passione sportiva. Paltry oggi non nuota qui, libero da tutto. Ma è solo rimandato. La prospettiva acquatica è già questa. Un amore di fondo, innamorarsene è un attimo. E poi non riesci più a farne a meno. Come tutti quelli della tribù portano scritto nei loro occhi al via.

zicche@swimbiz.it

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