Acquatici e vegani…si può

Si può essere atleti competitivi (e godere, ovviamente, di ottima salute) se si conduce una dieta vegana. Da non confondersi con quella vegetariana. Perché c’è una notevole differenza. Un vegetariano non mangia animali di nessuna specie, che siano di terra, di acqua o d’aria. Un vegano, al contrario, oltre a non mangiare animali, non si nutre neanche dei loro derivati – come latticini, latte e uova – perché anche per ottenere questi prodotti, gli animali vengono uccisi. Si sceglie di diventare vegani principalmente per motivi etici: è giusto rispettare la vita degli animali, quindi non ucciderli. Ma anche per motivi ambientalistici, salutistici e umanitari: è veramente sostenibile mangiare solo in questo modo. A livello sportivo, molto importante a tal proposito il contributo del dott. Chris Rosenbloom, dietologo dello sport dell’Università di Georgia State, interpellato dalla Federnuoto statunitense. Il medico ha rassicurato tutti gli atleti vegani, sostenendo che esiste un’adeguata alimentazione per garantire loro tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per rendere al meglio. Entrando nel dettaglio, siccome i vegani non mangiano carne, necessitano di un fabbisogno proteico superiore rispetto ai “tradizionali”: latte, formaggi e yogurt di soia, riso, pasta contenente Omega 3, fagioli, piselli. Evitando alcuni alimenti specifici, inoltre, scarseggiano nutrienti importanti come calcio, ferro, zinco, iodio, magnesio, vitamina D e B-12. Noci e semi di girasole, pane integrale, ortaggi a radice, frutta secca, lievito maturale: sono tutti corroboranti per arricchire, dunque, un atleta vegano. A confermare tutto ciò è anche il medico della Nazionale di nuoto, il dott. Lorenzo Marugo, che  - intervistato in esclusiva da Swimbiz – ha ribadito un concetto fondamentale: “L’uomo, per sua natura, è onnivoro e quindi riesce ad adattarsi a diverse situazioni alimentari. Si può vivere, come nel caso dei vegetariani, anche solo di vegetali. Ma ovviamente nello sport le cose possono cambiare”. E qui si entra nel dettaglio: “Un atleta, normalmente, consuma molto di più di una persona sedentaria, quindi necessita di un apporto calorico maggiore, bruciato evidentemente dai duri allenamenti, come avviene per i nuotatori. Un atleta vegano, nella fattispecie, mangia cibi diversi e in quantità molto più eccessive. Ci possono essere degli scompensi, ma posso garantire che anche un vegano può competere ad alti livelli. Basta saper trovare un sano equilibrio alimentare”. Ci vuole molta attenzione e una particolare cura, dunque. Ma anche un vegano può vincere. Basta seguire le regole di un bravo dietista. 
 
petrocelli@swimbiz.it

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