E’ il tema del giorno, non solo tra i media iberici. Elezioni regionali di Spagna e, in Catalogna, la maggioranza è andata agli indipendentisti. Tuttavia le prime, caute, analisi dei quotidiani nostrani raccontano di una via per la separazione ancora lunga. E se anche si arrivasse al referendum, al momento l’idea più comune è che vincerebbe il No come un anno fa in Scozia. In quel caso, peraltro, l’avvicinamento al voto fu scosso da un episodio legato al nuoto. Il nazionale Dan Wallace arrivò bordovasca ai Giochi del Commonwealth indossando il kilt e festeggiò l’oro urlando Libertààà!!! come l’eroe nazionale William Wallace nel film Braveheart. Da molti fu interpretato come un messaggio politico, espressamente vietato per la durata della competizione e seguirono dibattiti, critiche e, infine, dichiarazioni di Wallace che negava riferimenti al referendum. Nei giorni scorsi, ha parlato delle elezioni spagnole l’argento olimpico e mondiale Mireia Belmonte Garcìa, una delle grandi assenti agli scorsi Mondiali di nuoto a Kazan, complice un infortunio alla spalla dal quale pensò di liberarsi anche con l’utilizzo delle staminali(leggi qui). Negli anni, la nuotatricie di Badalona è diventata in Spagna un’icona di femminismo e spesso non disdegna anche qualche battuta sulla politica(leggi qui) “Quale nazionale sceglierei tra Catalogna e Spagna? Non mi pongo il problema: una cosa è lo sport, un’altra la politica – ha dichiarato al microfono di Radio Marca – dobbiamo avvalerci dei successi di ogni sportivo, la comunità autonoma non importa. Per me essere spagnolo è compatibile con essere catalano”. Sintomatico il caso britannico, dove ai grandi eventi di nuoto il Regno Unito presenta una nazionale unica(leggi qui). A Kazan, la staffetta 4x200 stile maschile ha posto fine al decennale regno degli Stati Uniti grazie a un gallese, George Jarvis, due scozzesi, Robert Renwick e il già citato Dan Wallace, e un inglese, James Guy.
moscarella@swimbiz.it
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