Defibrillatori obbligatori, a che punto è il nuoto italiano?

Copyright foto: andrea felici

Il mese scorso, il giocatore di basket Alessandro Pagani è stato colpito da infarto durante una partita del campionato di A2. Ripresosi grazie all’intervento del medico di squadra e di una dottoressa che assisteva al match, con l’utilizzo del defibrillatore presente a bordo campo “Ha dichiarato di volersi iscrivere al corso per poterlo utilizzare. E penso che questo sia un messaggio bellissimo” commenta Andrea Felici, medico delle squadre nazionali Fin, raccontando l’episodio a Swimbiz.it. Sono passati due anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Balduzzi, che obbliga le società sportive dilettantistiche, e di conseguenza anche gli impianti, a dotarsi di defibrillatori (DAE) “Purtroppo alcune regioni si sono attivate tardi e ora cercano proroghe rispetto al limite prefissato, teoricamente il 20 gennaio 2016 – senza parlare della capacità di usarli – anche se quelli di ultima generazione sono impostati per non creare ulteriori danni in caso di uso scorretto. E’ una questione di cultura: negli Stati Uniti il massaggio cardiopolmonare viene insegnato già alle scuole elementari. Le tecniche di primo soccorso sono fondamentali per portare sangue ossigenato al cervello, quando cuore e polmoni sono fermi. E guadagnare tempo prezioso, in caso il defibrillatore non sia immediatamente disponibile”.

In ambito acquatico, la situazione sembra decisamente più rosea “Tutti i Centri Federali già da anni  sono dotati di defibrillatori e soprattutto del  personale abilitato a usarli. La Sezione Salvamento Fin non si limita all’agonismo, si occupa anche della formazione degli assistenti bagnanti e fra le materie dell’esame finale ci sono le tecniche di primo soccorso”. Girando molto per l’Italia “Devo dire che la maggior parte delle piscine sono a norma, anche se qualche  piccolo impianto non si è ancora dotato di questi apparecchi”. Il mondo delle piscine si può considerare un ambiente privilegiato rispetto agli sport in quanto esiste il ruolo dell’assistente bagnante. In genere le carenze sono legate a  questioni economiche (costi degli apparecchi e formazione) e “Purtroppo gli stessi genitori spesso preferiscono scegliere le strutture in base al costo, senza valutare se la struttura sia cardioprotetta” ma sulla salute non si dovrebbe mai risparmiare. Dove non mancava l’apparecchio, era al collegiale azzurro di Livigno (foto), punto di partenza della stagione olimpica di nuoto “Un consiglio per gli atleti, soprattutto in stagioni così intense: Il riposo va curato con la stessa attenzione degli allenamenti e di una sana alimentazione”.

moscarella@swimbiz.it

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