Doping. Dalle atlete della Germania Est divenute uomini al passaporto biologico

E' il caso del giorno, quello del tredicenne brasiliano sospeso dalla Wada per doping. E a parlare è un uomo da sempre impegnato nella lotta alle sostanze proibite, l'ex capitano dell'Italnuoto Marcello Guarducci "Non ci si cura più dei danni alla salute, si cerca solo il record, la prestazione, giorno per giorno. Troppe patologie sospette negli atleti negli ultimi anni, e se qualche medico connivente fa finta che sia asma..." dichiara a Swimbiz. Ricorda di quando ancora nuotava e "Due atlete della Germania Est, una sciatrice e una nuotatrice, diventarono uomini a causa del bombardamento ormonale subito per il doping di Stato". Immagini sconfortanti, oggi come allora, ma una soluzione già ci sarebbe. Eugenio Capodacqua, firma di  la Repubblica e direttore di SportPro.it esperto di doping e antidoping, spiega a Swimbiz come "Il passaporto biologico è già uno strumento efficace, perché se hai certi valori, da quelli non puoi scostarti più di tanto - i problemi sono due - finora si è applicato solo ai big, tralasciando tutti gli altri, compresi i giovani. E poi bisogna dare questi strumenti in mano a organi terzi: la Wada non può assolvere a questa funzione, perché anche in essa c'è una forte componente sportiva con troppi interessi in gioco".
 
moscarella@swimbiz.it

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