Il moschettiere Scott e il redivivo Magnussen

Neanche il tempo di essere nominato e ha già sguainato la spada per difendere la sua patria e ricompattare il plotone invincibile australiano in una guerra (pacifica) a colpi di bracciate. Michael Scott, da ieri nuovo High Performance Director del nuoto aussie, si insedierà ufficialmente il prossimo mese, si spera prima dei Trials, ma detta già le parole d’ordine per il futuro: uno per tutti e tutti per uno. Ha le idee chiare il 57enne di Melbourne che dopo aver salutato la federazione inglese ha persino rifiutato un incarico altrettanto importante per l’Atletica australiana, aspettando questa chiamata, perfetta per la sua vocazione all’acqua. “Non posso cambiare il passato, solo concentrarmi sul futuro”, così Scott taglia corto sulle “faccende” che hanno distrutto l’esperienza olimpica, ritenendo che il vero baco non siano farmaci o gare flop, ma i favoritismi e le divisioni dell’universo natatorio australiano. “Non possono esserci tanti piccoli team dentro al team. Ci sarà un’unica squadra, un unico sistema di valori e di regole”. Addirittura parla di rifondare il rispetto per il Paese Australia, fuori e dentro la vasca, di “dimostrare che siamo professionali, disciplinati, uniti e vincenti e che abbiamo imparato la lezione di Londra”. Uno che sicuramente quell’esperienza vuole dimenticarla è James Magnussen che, dopo mesi chiusi in casa per la vergogna (!) del suo secondo posto nei 100 olimpici e per quella, autentica, per il caso Stilnox, si riapre al mondo e ai lustrini con un nuovo contratto di sponsorizzazione. Dopo Samsung, Subway e Commonwealth Bank, the Missile sarà il nuovo volto per gli orologi svizzeri di lusso Maurice Lacroix, in prospettiva Rio 2016. Sembra quasi una seconda opportunità per il nuotatore australiano che può così lasciarsi alle spalle sonniferi e giochi di squadra controproducenti e ricostruire insieme all’Australia di Scott un’immagine cool e strong.
 
caminada@swimbiz.it

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