L’America tutela i baby nuotatori

“Nel nuoto non abbiamo bisogno di integratori per i nostri figli. Non sono fatti per i bambini perché sono prodotti destinati soltanto agli adulti. Inoltre sono estremamente dannosi”. Le parole, dure, di Frank Busch – Team Director della USA Swimming – non lasciano spazio ad ulteriori argomentazioni. L’utilizzo di integratori, negli Stati Uniti, è un fenomeno largamente diffuso che rappresenta, udite udite, un business di quasi 3 miliardi di dollari l’anno. Ma, purtroppo, è un fenomeno che si sta allargando anche a fasce d’età più piccole. Maggiore capacità di resistenza, muscoli più grandi e tempi di recupero più veloci: questi sono i motivi (o, più semplicemente, le illusioni) che spingono i più piccoli a far uso di queste sostanze. Ferma e decisa la condanna del National Institute of Health e dell’American Academy of Pediatrics: secondo le loro ricerche, non esistono dati certi sulla sicurezza degli integratori utilizzati dai bambini, né sulla loro efficacia e neanche sugli effetti a lungo termine. Inoltre, uno studio condotto dagli esperti dell’Università di Miami parlano di rischi concreti di ictus, palpitazioni cardiache e morte improvvisa se si fa uso costante di queste fantomatiche bevande energetiche. Fare sport e provare a vincere è importante. Ma la salute viene prima di tutto. 
 
petrocelli@swimbiz.it

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