L’orizzonte olimpico di Tania e i meravigliosi trent’anni delle tuffatrici

Copyright foto: piergiorgio pirrone-lapresse

Londra 2012 è ormai un ricordo, ma fu una ferità dolorosa, con quel podio olimpico sfiorato. Un quarto posto amaro, frutto di centesimi che portarono Tania Cagnotto anche ad accarezzare l’idea del ritiro. Ma quanto può influire un giudice su una gara? “In realtà era più ‘rischioso’ una volta, quando c’erano meno giudici - commenta Max Mazzucchi, ex azzurro e talent Swimbiz dei tuffi - la vera domanda è: considerando che a fine gara il giudice arbitro valuta il lavoro svolto dalla giuria, quant’è realmente probabile che il singolo giudice dia un voto più alto o più basso rispetto alla media dei colleghi?”. Tuttavia meglio non rischiare di nuovo sul filo di lama, perché Rio 2016 sarà (salvo sorprese) il punto d’arrivo. Ecco perché Tania sta mettendo a punto tuffi che paghino quei centesimi in più che potrebbero risultare, stavolta, decisivi per una medaglia; in singolo(leggi qui) come in sincro con Francesca Dallapè(leggi qui) “Testimoniano la sua voglia di cercare stimoli anche ora che ha 29 anni”. Già, l’età. Paradossalmente, possibile alleata olimpica “Se i tuffatori sono travolti dall’esplosività dei ventenni, salvo mostri sacri come Greg Louganis o Dimitrij Sautin, noto che molte donne, attorno ai 28 anni, acquisiscono maturità, forza ed esperienza spesso decisive contro atlete più giovani  - esempi celebri non mancano - le stesse Tania e Maria Marconi, Ditte Kotzian, Vera Il’ina, Julija Pachalina, Anna Lindberg…”.
 
moscarella@swimbiz.it

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