L’oro di Singapore, dove il nuoto si lega alla finanza

Copyright foto: reuters

E’ una delle ‘tigri del sud-est asiatico’, a testimonianza della velocità di espansione economica, senza una mole da ‘drago cinese’ o ‘elefante indiano’. E Singapore cerca di portare lo stesso dinamismo nel nuoto, forse attratto dalla prospettiva di ben figurare, come ogni Paese asiatico, alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il quotidiano locale TODAYonline riporta l’annuncio, da parte della federnuoto singaporegna, di una partnership triennale con Singapura Finance come main sponsor dei campionati nazionali di categoria. Porterà in dote premi in denaro (ancora ignote le cifre) per ogni record nazionale o record dei campionati ai campionati di categoria “Per ripagare gli atleti dei sacrifici fatti per competere ad alto livello”. Inoltre, il title sponsor offrirà consulenza finanziaria ai nuotatori, in modo da gestire al meglio le proprie entrate e i costi del nuoto agonistico. Questo stesso mese, la federazione aveva siglato un accordo anche con Yakult, già sponsor Fina. E l’anno scorso, la prima edizione del Singapore Swim Stars(leggi qui) attirò top swimmers da tutto il mondo (anche Fabio Scozzoli), con un parterre di sponsor che contava persino Coca-Cola. E un simbolo del legame tra potere economico e acqua è il visionario Sky Park, piscina lunga 150 m, a effetto piscina infinita, appollaiata sui grattacieli (foto) sovrastanti Marina Bay. Dal punto di vista tecnico, Singapore ha puntato su un ct straniero, lo spagnolo Sergio López Miró, proveniente dalla realtà dei colleges americani. E agli ultimi Giochi del Commonwealth, ben figurò Joseph Schooling, argento nei 100 farfalla dietro a Chad Le Clos(leggi qui), per poi finire sulle pagine di cronaca per una notte brava ai Giochi Asiatici di Incheon.
 
moscarella@swimbiz.it

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