Mappatura genetica, tra opportunità e rischio etico

Sta facendo scalpore la scelta dell’Uzbekistan di analizzare il Dna nei bambini pari o inferiori ai dieci anni di età, per individuare quelli più predisposti a determinati sport, nuoto compreso. A Swimbiz, il giornalista Ugo Francica Nava, storica voce sportiva di La7, commenta “La mappatura genetica in sé non è da demonizzare, se ha come scopo monitorare lo stato di salute di una nazione e, nel caso, intervenire per migliorarlo”. Se, invece, l’obiettivo è “Selezionare una futura razza di super atleti, l’aggettivo giusto è aberrante. Sfioriamo l’eugenetica, trasformando gli sportivi in ‘polli da batteria’ da allevare in uno stato d’isolamento dal resto del mondo”. Oltre ad aprire le porte al cosiddetto doping genetico, entra in gioco anche l'etica del libero arbitrio “Una persona, seppur portata fisicamente verso un determinato sport, dev’essere libera di poter scegliere la propria strada”.
moscarella@swimbiz.it

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