Miseria e nobiltà del nuoto britannico

Dopo il meraviglioso spettacolo offerto dalle Olimpiadi di Londra, la Gran Bretagna si prepara a fare altrettanto con i Giochi del Commonweatlh 2014. L’immagine mostrata nella foto e nella gallery mostra il Tollcross International Swim Centre di Glasgow, tirato a lucido grazie ai fondi del consiglio cittadino della città (£ 13.15 millioni) e di Sportscotland (£ 650.000), e capace di ospitare più di 2000 persone. A dare una mano per l’organizzazione dei giochi, c’è anche David Carry, due volte vincitore da atleta, e ora pronto “A mettere la mia esperienza al servizio del Consiglio”. Peccato che, come in un romanzo ambientato in epoca vittoriana, questa opulenza sia pura facciata. L’Associazione Nuoto Amatoriale, costola di British Swimming ha, infatti, avvertito che, nonostante gli ingenti investimenti dello sport britannico nel nuoto, diverse piscine in tutta l’isola stanno chiudendo per mancanza di fondi. Peggio ancora, 2/5  dei bambini sotto gli 11 anni non sanno nuotare, neanche in una vasca da 25 m, e il 37% dei genitori dichiara che i propri figli non hanno mai seguito lezioni di nuoto a scuola. Oltre al danno per lo sport, queste statistiche mettono anche a rischio la sicurezza in acqua di milioni d’Inglesi. E quei grandiosi impianti potrebbero presto svuotarsi.
 
moscarella@swimbiz.it  

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