“Dobbiamo preservare la salute dei nostri figli. Non m’importa quanti avrò contro” lo disse a Swimbiz.it nel 2014, quando era ancora capitano della Russia. Lo disse, soprattutto, alla Duma di Stato a Mosca(leggi qui). Evgeny Korotyshkin, argento olimpico a Londra 2012 nei 100 farfalla, che in patria chiamavano il russo-italiano per quanto tempo si allenò nella Caserta Adn Swim Project col tecnico Andrea Di Nino. SI è fatto le ossa da dirigente, ora torna a quella battaglia contro il doping che ha sempre intrapreso: sarà a capo del comitato antidoping della Federnuoto Russa. C’è in gioco l’onestà, ma anche la credibilità dello sport russo, ancora in una situazione tesa con l’Agenzia Mondiale Antidoping, dopo il report indipendente presentato lo scorso anno alla Wada dall’avvocato canadese Richard McLaren. “Molti casi sono proprio ingenui: tre ragazze risultarono positive perché, assetate, bevvero acqua contaminata di un’altra atleta. Ma la responsabilità è tutta degli atleti: da giovane nessun allenatore, né dottore o sponsor mi chiese se m’interessassero aiutini” ammoniva tre anni fa, a Swimbiz, Korotyshkin(leggi qui).