Nuoto Martina Caramignoli: “Una vita nel nuoto: auguro a ogni atleta queste immense emozioni”

Copyright foto: deepbluemedia per federnuoto

…in questo viaggio fantastico”. Sono queste le ultime parole di Martina Caramignoli, nella sua intervista per Swimbiz, nell’ultima domanda. Fantastico, emozionante, pieno di brividi, il suo mondo acquatico, conditi alle gocce sulla pelle, dentro e fuori dall’acqua, quando una volta terminata la gara, sentiva più forte il boato del pubblico. Lo racconta l’Azzurra della Nazionale Italiana, che ai recenti Assoluti di Nuoto a Riccione, ha detto addio alla carriera. E una carriera lunga, piena di esperienze, di ricordi che si porta dentro. Nel cuore scolpiti e mai più dimenticati.

Da bambina in piscina e poi eccola volare in mare, in mezzo alle onde, quando voleva, da già adulta e agonista, provare sensazioni nuove. Tantissime le medaglie vinte, sono ben 62 quelle in palmares e tutte regalate ai genitori. Lei in casa custodisce le Mascottes delle manifestazioni sportive, quelle prese sul podio, insieme agli allori. Tre bronzi europei vinti nei 1500 stile libero. L’ultimo avuto a Roma, tra gli applausi del suo pubblico e lo dice la Caramignoli, ormai ex atleta che sta programmando il futuro insieme alle Fiamme Oro. Quella giornata è stata indimenticabile. C’era suo papà tra gli spalti colmi, con sua mamma, gli amici e anche la nipote. Le sente ancora dentro quelle mani che si univano per lei e quelle grida d’entusiasmo che hanno premiato il terzo posto del cuore e della passione. Poi gli altri in bacheca di bronzi, Berlino 2014 e Budapest 2020. Un bellissimo anno quello per lei, mentre l’Italia si risvegliava dalla pandemia. Un ritorno trionfale al Settecolli quell’estate lì e davanti alla Quadarella sulla piastra e sul podio con record personale. Un oro straordinario nei 1500 che la proiettata verso la sua prima Olimpiade a Tokyo. Il Villaggio, le gare, l’esperienza a Cinque Cerchi. Indimenticabile per Martina, che la descrive col sorriso, che traspare dalla sua voce. Poi gli altri allori conquistati. Il bronzo agli Europei in vasca corta di Glasgow negli 800 stile è stata la medaglia della consapevolezza: “Posso farcela”. Una medaglia che ha aperto immensi orizzonti da strappare al destino. Una medaglia replicata poi due anni poi nei 1500 stile agli Europei di Kazan.

Altre 4 le medaglie ottenute, alle Universiadi e ai Giochi del Mediterraneo nel totale. E poi ai Campionati Italiani una pioggia di titoli (17), con 23 argenti e 13 bronzi. Tutti premi alla carriera ogni volta, tutti sogni realizzati ogni volta. E sempre accompagnati dal boato della folla: “Auguro ad ogni atleta di provare queste emozioni immense”. Come per le è stato. Nel mondo del nuoto, per sempre nel cuore. E sempre col sorriso. In bocca al lupo Martina.

Cara Martina, torniamo per un momento in acqua, stai nuotando in mare oppure in piscina, in gara. C’è un momento di difficoltà e tu lo superi. Quando è accaduto? E come è andata a finire poi?

“Non ho mai avuto un momento di vera difficoltà. Sia che stessi nuotando, sia che io fossi in gara. Diciamo che a volte ho avuto un momento di crisi, che ho sempre superato comunque quando avevo in mente un obiettivo. Quando avevo un momento di sconforto, mi tornava subito in mente l’obiettivo e passava tutto”.

62 medaglie vinte in una lunghissima carriera. Dove le conservi? E cosa rappresentano per te?

“Sì.. ne ho vinte abbastanza, non avrei mai immaginato che l’avrei fatto. Le conservo a casa dei miei genitori, ogni volta che vincevo una medaglia la davo sempre a loro. Ho solo le mascottes a casa mia, perché non ho molto spazio. Rappresentano davvero tanto per me le medaglie, tutta la mia vita, il nuoto. esse sono i simboli che ce l’ho fatta, rappresentano tutto quello che volevo raggiungere”.

Chi è Martina oggi, dopo gare, competizioni, allenamenti e sacrifici fatti? Qual è l’eredita che ti porti dentro dopo aver detto addio al nuoto agonistico?

“Oggi sono una Donna. Sono andata via a 14 anni da casa, sono cresciuta in fretta. Ho dovuto rinunciare a molte cose, ma rifarei tutto oggi, non sono state delle rinunce, di cui poi mi sono pentita. Ho dato al nuoto il 100% e lui mi ha ripagato allo stesso modo. Mi sento una donna determinata, pronta ad affrontare qualsiasi avversità che la vita le pone davanti”.

Una delle ultime medaglie vinte in carriera, e probabilmente tra le più sentite, sono state l’oro nei 1500 stile (con record personale, dove hai battuto la Quadarella) al Settecolli del 2020 e il bronzo conquistato agli Europei di Roma. Sempre allo Stadio del Nuoto del Foro Italico. Cosa sono state per te? Cosa ti ha dato il pubblico di Roma in quei giorni?

“La medaglia che mi ha emozionata di più è stata quella avuta la Settecolli. Sono scesa per la prima volta sotto i 16 minuti, venivamo tutti da un periodo molto buio a causa del Covid, per me quella medaglia ha molto valore, mi ha permesso di qualificarmi alla mia prima Olimpiade. Quella degli Europei non ha paragoni però, in tribuna c’erano tutti i miei amici, i miei genitori. Mio padre era lì per la prima volta, anche mio nipote c’era. Entrare e sentire tutto il pubblico per te è qualcosa di immenso che auguro a ogni atleta di provare. Tutt’ora che riguardo quelle immagini.. piango, è qualcosa di straordinario”.

Qual è stata però la medaglia che hai sentito più tua in tutta la carriera? Quella che quando la guardi… pensi: quella sono io…?

“Non una in particolare, ma quella per cui dico ‘ce l’ho fatta’, è stata quella di Glasgow in vasca corta. Mi ha fatto credere che ce la potessi fare. Ero andata solo per divertirmi, volevo solo riprovare quelle sensazioni che avevo perso da un po’ di tempo. Forse quella mi ha dato carica. Ce ne sono comunque tantissime, in questi ultimi 4 anni sono state una più bella dell’altra”.

Il mare e la piscina. Hai scelto di nuotare in due contesti diversi. Come hai vissuto queste esperienze? E quali sono le sensazioni che ti hanno dato?

“Ho fatto solo una piccola parentesi in piscina. Ho deciso di provare una nuova esperienza in mare. Mi ha dato quella sensazione di riprovarci e di non mollare mai. Il nuoto di fondo è vera sofferenza. Ho ritrovato il fuoco dentro, che mi ha permesso di proseguire”.

Che farà adesso Martina? Cosa farai nel tuo futuro?

“Ancora non lo so. Sto decidendo insieme alla Polizia di Stato. Staremo a vedere”

Emozioni, immagini, volti, parole, medaglie. Il nuoto. Cosa ti porti nel cuore? Puoi raccontare un episodio per ognuno di questi passi?

“Di emozioni dentro, me ne porto tante. Tutte le medaglie vinte, i luoghi visitati. Le medaglie me le porto tutte dentro. Da quelle Regionali, fino a quelle Mondiali. Le immagini più importanti sono quelle di Tokyo, era la mia prima Olimpiade. Sognata per anni, inseguita per anni. Tutto quanto ricordo… dal volo, al Villaggio, alle gare. Nel cuore mi porto le trasferte, le compagne di squadra, tutte le cose belle che il nuoto mi ha portato in questi 32 anni di vita. Questi 5 anni sono stati più intensi, ho fatto delle cose che mai avrei pensato. In tutto questo percorso ringrazio doverosamente le Fiamme Oro, che da 10 anni mi accompagna. L’Aurelia Nuoto, la Federnuoto che mi ha permesso di stare 5 anni a Ostia allenata da Stefano Morini. Ringrazio i miei primi allenatori Riccardo Pontani, Alessandro Bosco, quelli di adesso Andrea Nava e Germano Proietti, allenatore e compagno di vita. Non per ultimi la mia famiglia, i miei amici, tutti coloro che mi hanno accompagnata in questo viaggio fantastico”.

 

giorgi@swimbiz.it

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