Park, ricorso respinto. L’Arbitrato ultima spiaggia per le Olimpiadi

Copyright foto: Yonhap

Né il peso del grande nome, Park Tae-hwan, né le scuse pubbliche e la genuflessione, né le pressioni degli sponsor, delle tv, dei risultati ai trials sudcoreani, dei sondaggi, persino del sostegno internazionale di Sun Yang(leggi qui). Nulla di tutto questo ha scalfito il Comitato Olimpico Coreano che ha respinto il ricorso dell’olimpionico e ribadito quanto sempre affermato(leggi qui): le regole sono regole e non sarà fatta eccezione per Park. E la regola in questione stabilisce che chi abbia scontato una squalifica per doping non possa far parte della nazionale per tre anni. Ora il management di Park, informa l’agenzia Yonhap, annuncia che sarà fatto ricorso alla Court of Arbitration for Sport di Losanna per poter partecipare in extremis - nel frattempo si è allenato in Australia - alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Le basi giuridiche del ricorso starebbero nel fatto che l’International Olympic Committee non ammette che un atleta sia punito due volte per una singola violazione. Il precedente è la “Osaka Rule” che vietava a un atleta di partecipare all'Olimpiade successiva a una squalifica, regola introdotta nel 2007 e poi abolita dal Cas nel 2011. Han Jong-hee, ufficiale del Comitato Olimpico Coreano ha avvisato la Corte di Losanna che risponderanno attivamente a qualsiasi procedimento arbitrale, se necessario.

moscarella@swimbiz.it

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