Yulija Efimova? Voleva l’Italia

Copyright foto: globoesporte

Un’Efimova a tutto tondo, a tratti inedita.  Rivela molta durezza dietro il sorriso sbarazzino che sfoggia in vasca e fuori. “Sinceramente non m’interessa quel che pensi Ruta Meilutyte – commenta la ranista russa a Globoesporte.com – ma devo ammettere che, prima della mia squalifica per doping, anch’io pensavo che, se ti trovano positivo all’antidoping, non sei ‘pulito’. Ma ora so che puoi prendere un medicinale per un dolore, e cadere nel doping per qualcosa di proibito in esso contenuto”. Necaso di Yulija Efimova, lo steroide 7-Keto DHEA contenuto nell’integratore L-carnitina, scrive Globoesporte “Autorizzato negli Stati Uniti, usato principalmente per perdere peso” e comprato dalla russa a Los Angeles, dove si allena. Il doping panel Fina accettò la sua tesi (leggi qui), squalificandola per 16 mesi e togliendole i titoli vinti agli Europei in vasca corta di Herning 2013, giudicando la vicenda un’ingenuità “E non mi piace questa cosa che oggi le persone non mi credano, non si fidino di me”. Forse neppure la sua federnuoto nazionale che, raccontò a Swimbiz.it un ex nazionale russo, non ha molto digerito la decisione di Yulija Efimova di allenarsi negli stati Uniti. “Avevo 18 anni, dopo i Mondiali di Roma 2009 c’erano dei problemi col mio allenatore –spiega la ranista – i suoi erano allenamenti massacranti, volevo cambiare”. La prima scelta Era l’Italia, base per molti nuotatori russi – e la scorsa stagione ha fatto un collegiale pre Mondiale al Centro Federale di Ostia - o l’Australia, sede di una delle più forti squadre di nuoto al mondo. Poi, grazie al mio amico Vladimir Morozov conobbi l’allora Ct della nazionale americana femminile, Dave Salo. E’ arrivata negli States insieme al padre, primo allenatore che ancora le dà consigli, e si è unita a un gruppo numeroso che oggi conta anche Federico Colbertaldo(leggi qui). Efimova non ha più lasciato Los Angeles, dove si allena anche il fidanzato e connazionale Nikita Lobintsev. Verso le Olimpiadi di Rio 2016, si lasci alle spalle un passato in cui si vedeva fragile ed emotiva “Ero insicura, pensavo sempre che le altre fossero migliori. La mia prima Olimpiade fu terribile, un quarto e un quinto posto, ma ho pianto abbastanza quelle medaglie mancate. Oggi mi alleno molto e penso: sono migliore.

 

moscarella@swimbiz.it

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