Federico Cappellazzo, la storia continua. Da direttore tecnico.

Ha vinto medaglie di tutti i metalli. Dai tre ori europei, all’argento mondiale, passando per un bronzo olimpico. E’ stato uno degli stileliberisti azzurri più forti, specializzato soprattutto nella staffetta 4x200. Adesso, dismesso il costume da atleta, si cimenta nell’attività del post agonismo. Quella del direttore tecnico. E, nel suo piccolo in questa nuova professione, ha già stabilito un piccolo record: è uno dei dt più giovani in Italia. Federico Cappellazzo, torinese, 32 anni, ha preso il posto del compianto Fulvio Albanese alla guida della Rari Nantes di Torino, una delle società più importanti del panorama natatorio azzurro. Un ruolo di responsabilità. Di prestigio. Un incarico che lusinga. “E’ avvenuto qualcosa di importante e allo stesso tempo di spaventoso – ha sottolineato Cappellazzo, intervistato in esclusiva da Swimbiz – la Rari è un nome altisonante a livello tecnico e di blasone, la nomina a direttore tecnico mi riempie di orgoglio, ma allo stesso tempo mi carica di profonde responsabilità”. Raccogliere l’eredità di Fulvio Albanese, prematuramente scomparso lo scorso mese di novembre, non è un’impresa facile, specie per il bagaglio di esperienza, di saggezza e di rispetto che porta il suo nome. “Sono cresciuto e maturato con Fulvio, già da due anni mi occupavo del settore giovanile della Rari, poi grazie a lui sono riuscito ad arrivare alla carica che adesso ricopro. E’ un’eredità scomoda – ha puntualizzato Cappellazzo – la Rari è tra le prime otto società in Italia, sia a livello maschile che femminile. Fulvio era un personaggio importantissimo per il nuoto italiano, con lui ho raggiunto la piena maturità, si può dire che abbiamo vissuto fianco a fianco le nostre rispettive esperienze”. Prima di Albanese, nella vita da atleta di Cappellazzo c’era Claudio Rossetto, il tecnico che fu di Filippo Magnini: “Con Claudio sono diventato un vero e proprio atleta. Con lui si è instaurato un rapporto che va al di là del semplice legame atleta-allenatore. Le nostre strade - ad un certo punto - si sono separate, ma è rimasta forte l’amicizia che si è creata dopo anni di lavoro insieme”. Ora non si pone limiti, Cappellazzo. Vuole proseguire l’opera del suo predecessore alla Rari: “Qui c’è tanta voglia di far bene, ma soprattutto c’è la consapevolezza che bisogna adottare una forte politica di rinnovamento. Metterò al servizio della società tutta la mia esperienza acquisita sul campo, sia in Italia che all’estero”. Il rinnovamento può partire soprattutto dai tecnici, ringiovanendone l’età media. E Cappellazzo ne è un validissimo esempio. “Oggigiorno lo sport ha bisogno di trovare una nuova via, serve fuoco nuovo per accendere il fervore e l’entusiasmo delle nuove leve. Noi tecnici giovani, insieme a quelli più esperti possiamo lavorare al meglio per far crescere i talenti del futuro. Il mio augurio – ha concluso Cappellazzo – è che il connubio tra giovani ed esperti possa aiutare il nuoto a diventare sempre più un punto di riferimento”. La storia di Federico Cappellazzo continua.
 
petrocelli@swibiz.it

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