Il centro di gravità permanente della piattaforma

Copyright foto: Noemi Batki

Neanche la recente tendinite, accusata a febbraio, è riuscita a fermarla. Noemi Batki torna dal Gran Prix Fina di Leon, in Messico, con in tasca ben due medaglie (un bronzo individuale da 10 metri e un argento nel sincro misto, sempre dalla piattaforma, con Maicol Verzotto). La triestina reduce anche da un periodo di allenamento a Plymouth, in Inghilterra, sembra aver recuperato a pieno la forma. “L’esperienza all’estero è stata assolutamente proficua, nonostante non l’abbia potuta sfruttare del tutto a causa dell'infortunio”, racconta a Swimbiz la piattaformista. Allenamento replicabile anche in Italia, nonostante le strutture siano diverse? “Oltre alle strutture anche la compagnia. Lì in Inghilterra eravamo in cinque-sei persone da 10 metri, il che rende tutto più facile. Purtroppo qua in Italia questo non ci sarà mai, però si può provare a trovarsi anche con i maschi, mettendo assieme un gruppetto di 3-4 sarebbe già un buon inizio”. Si potrebbe tentare durante un collegiale della nazionale? “C’è sempre il problema di trovare un impianto dove tutti possano lavorare al meglio e poi è anche una questione di fondi". Sincro tuffi misti. Batki-Verzotto o Batki-Dell’Uomo? “La nuova disciplina è appena nata, bisogna vedere quale coppia risulterà meglio. Mi trovo bene con tutti e due, sono molto simili, però a breve si saprà la coppia definitiva”. Progetti futuri post Rio 2016? “Mi piacerebbe continuare. Penso di avere ancora qualcosa da dare”. Anche la sorella di Noemi, Estilla Mosena, è una tuffatrice “il mio sogno sarebbe tuffarci insieme dal trampolino”.
 
santini@swimbiz.it
 

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram