Si riparte dal classico collegiale di ripresa, parola dalle tante sfumature. Più della nuova stagione, coach Claudio Rossetto vorrebbe forse riprendere il filo dei fasti passati: anni d’oro in Rari Nantes Torino, gemme mondiali di Filo Magnini e Dotto al grido di “La prima volta di un italiano” e Rogan, totem sportivo dell’Austria “Organizzò la sessione di nuoto a Roma con Charlene di Monaco(leggi qui) – racconta a Swimbiz – ma non se ne fece nulla”. Ripresa, come quelle pugilistiche, lui che affronta la vita di petto. Ad esempio, e sparring partner è il Moro(leggi qui), l’estero “Non serve andare quindici giorni. E non la competenza, ma la società è diversa: in America lo sport è al centro, può aprirti le porte dei colleges. Un tecnico americano non lavorerebbe nelle condizioni degli italiani, spesso costretti a praticarlo da secondo mestiere”. Diversa è la cultura del lavoro “Ti alzi alle 4 del mattino, ma vai a letto alle 21, a parte New York – e allora ti tocca riprendere qualche atleta – ma noi trasmettiamo valori ai ragazzi, non possiamo sostituirci ai familiari, alcuni troppo invasivi”. Non c’è un sistema universale che si possa riprendere ovunque “Ma possiamo creare il sistema più adatto alla realtà italiana. E non possiamo prevedere gli effetti di una novità sugli atleti, come l’altura lo scorso anno, finché non proviamo”. Ripresa richiama velocità “La 4X100 può giocarsela con tutti. Ma devono capire, atleti e allenatori, che bisogna arrivare tutti in piena forma – e torna il confronto - abbiamo 4-5 atleti di livello, non possiamo permetterci defaillances. L’America ha un ricambio tale che Phelps fatica dopo un solo anno di stop e la Schmitt non trova la nazionale dopo l’oro olimpico”. C’è chi, per riprendersi la medaglia olimpica, si concentra su una singola gara “Federica (Pellegrini, ex atleta di Rossetto n.d.r) ha la maturità, sportiva e umana, per fare quel che ritiene giusto. Come debba essere preparata questa gara, è un problema del suo allenatore”.
moscarella@swimbiz.it
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