Sostiene Pereira, parte II

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Povero Thiago Pereira, alla continua ricerca della serenità. Eterno nomade, l’anno scorso lamentava le difficoltà nel trovare un club dove allenarsi, situazione grottesca per un argento olimpico. E denunciava la mancanza di stabilità nel nuoto verde-oro: difficoltà economiche che cozzano con grosse cifre ‘sparate’ ogni tanto dalle grosse polisportive per avere un big straniero ai Nazionali o grandi nomi brasiliani che restavano un solo anno (come Cielo al Flamengo). Ora, scrivono Folha e Globoesporte, a due anni da Rio 2016 Pereira perde coach Albertinho – guru del nuoto brasiliano, plasmò per primo Cesar Cielo – che privilegerà il suo ruolo alla Confederazione Brasiliana degli Sport Acquatici rispetto al lavoro a San Paolo. Al termine dei Panpacifici, Thiago Pereira dovrà perciò trovare una nuova ‘casa’. E, come per Cielo, Fratus e tanti altri connazionali, sarà al 90% un ennesimo ritorno in America. Nel 2005, diciottenne, passò un breve periodo al Coral Springs di Michael Lohberg (assistant coach era Andrea Di Nino). Dal 2009 al 2011, visse a Los Angeles; stavolta, vista la sua specialità, i 400 misti, sceglierà probabilmente lo SwimMac di Charlotte, club di Ryan Lochte.
 
moscarella@swimbiz.it

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