Prove di Olimpiade per l’Italfondo, ma quante nubi sul Brasile

Copyright foto: stefano rubaudo

Non è alla pulizia acque di Guanabara che si deve guardare, perché distanti da Copacabana. Lo disse ad agosto, Stefano Rubaudo, in occasione del test del circuito olimpico di nuoto in acque libere a Rio de Janeiro(leggi qui) “E’ sulle questioni sociali che vanno posti i riflettori” dichiara ora a Swimbiz.it. A novembre, con l’Italfondo andrà in collegiale a Rio “Alla piscina di Botafogo. Con l’aiuto dell’ex nazionale verde-oro Luiz Lima, ricostruiremo il percorso olimpico per provarlo in ogni condizione climatica. Do Carmo & co non hanno la classe dei nostri, ma sono abituati al tracciato  – parteciperanno gli olimpici Rachele Bruni, Simone Ruffini e Federico Vanelli – ma anche i giovani Arianna Bridi e Matteo Furlan. E Martina Grimaldi, la Fin crede in lei e nel suo pieno recupero”. Neppure Rubaudo scorda il passato: domenica è scomparso Giulio Travaglio, specialista della Capri-Napoli “Ricordo questo giovane, riccioli neri, divisa Alitalia, aria da piacione che bussa alla mia porta dopo il mio oro europeo del ’91. Solo un amante del fondo, uno che sa sempre cavarsela, poteva trovare casa di uno sconosciuto, presentarsi e complimentarsi per la vittoria”. Mercoledì scorso, il Team Manager azzurro è tornato da un blitz in Brasile per questioni burocratiche “Ho anche visitato gli alloggi per chi non starà al Villaggio Olimpico – ovunque si ‘cavalca’ l’Olimpaide - per un mese di affitto, i proprietari di case prendono quanto guadagnerebbero in un anno. Con la moneta in perdita, i pagamenti sono in euro, in contanti e tutti vogliono parlarti di persona”. Perché la crisi economica ha colpito duro “I reais valgono la metà rispetto a quattro mesi fa, la gente è spaventata e lo scandalo Petrobas, da 100 milioni $, non ha certo aiutato – per non parlare della sicurezza – non mi preoccupa il percorso olimpico, ma le altre zone che saranno visitate dai turisti. Quanto dice l’Onu, sui poliziotti che fanno sparire i bambini dalle strade, è vero. Ma la verità è che omicidi e scontri a fuoco sono paragonabili ai numeri della guerra in Afghanistan e in certe zone del Paese è in vigore la schiavitù”. E’ il ritratto di un uomo preoccupato da quanto accade nel suo Paese d’origine “Abbiamo sprecato una chance di calarci nella modernità e temo che i Giochi lasceranno debiti, come in Grecia dopo Atene 2004. Noi non abbiamo nemmeno la loro storia e cultura”.
 
moscarella@swimbiz.it

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