Punto Acquatico : Quel lungo filo Rosso.

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Copyright foto: Türkiye Yüzme Federasyonu

Per capire quanto la scomparsa di Corrado Rosso si intersechi con la storia degli ultimi cinquanta anni del nuoto italiano, occorre raccontare un aneddoto.

Erano gli anni ottanta a Torino, e nella gelida capitale sabauda alle cinque del mattino iniziava il primo allenamento della mattina nella Via Rosolino Pilo, sede dalla arcinota all’epoca Piscina Safa.

Le urla “allenanti” di Corrado svegliavano regolarmente il circondario, e spesso faceva capolino polizia e vigilanze varie.

Corrado era così, specie all’epoca.

Il fondatore del metodo Rosso che plasmò la prima squadra campione d’Italia per due edizioni consecutive, Sa.Fa appunto, che poi voleva dire Sacra Famiglia dall’attiguo ordine religioso che dell’impianto da 25 metri ne era il proprietario. Ne uscì una stagione formidabile con atlete, soprattutto, che dominavano a suon di record la scena nazionale: Savarino, Pautasso ,Viola, Sciorelli.

Una cavalcata di valchirie piemontesi, magari mischiate con quel melting pot di provenienze geografiche che facevano di Torino una città laboratorio sociale, culturale e sportivo più tendente al sud che al nord, ma che nello sport del nuoto fece ergere la Mole a Capitale del nuoto italiano per un lungo periodo.

E Rosso sempre lì, a dirigere cronometro e attese, e il traffico all’Olimpica, con il suo dna piemontese (era di Fossano) e il suo dividersi tra lo studio di veterinario qual era a Carmagnola, e la piscina in ogni momento della sua esistenza.

Perché lui era il nuoto, lo sentiva passione senza limiti e mantra, competenza e visione, nemmeno quando perse una gamba per un incidente la passione scemò, anzi.

Lo ricorda Luis Alberto, il Laera, che lui portò cercandolo in giro per il mondo dalla farfalla al dorso con esplosione di record, come Barmasse che oggi scala montagne con lo stesso piglio del maestro e lo racconta in tv, o di manager di mezzo mondo, se non intero del nuoto come Stefano de Alessi CEO di DAO che parla del metodo formante e ispirante di Rosso come la madre e il padre di tutte le formazioni possibili.

Il metodo di un duro, ma con quella punta di dolce che solo i diretti e sempre cordiali hanno. Mai nascondersi dietro un dito, in un mondo dove spesso la verità non viene raccontata perché turba.

Lui turbava, eccome.

Quello era Corrado, The Full Metal Swimming, un timido cordiale che era in grado di urlare peggio di un coyote a cui avevano strappato gli attributi e lanciare tavolette di legno a nuotatori in corsa dai suoi strali, che se oggi si riproponesse il metodo magari le prime pagine dei giornali si aprirebbero non per il fatto meramente sportivo del risultato.

Ma era così lui, il Rosso, non raccontava storie, ti metteva di fronte alla realtà che nello sport come nella vita è dura quanto una vasca senza fine, o una ripetuta senza limite.

Il lungo filo Rosso è la storia e la fine di un’epoca che se ne va, ma anche la sua continuazione e passione che rimangono come traccia sopra la corsia. Perché dopo essersi trovato dopo anni di trasferte come nuovo presidente all’Acquatica il suo eterno secondo, Marco Durante, oggi A.D. de La Presse, non resse forse al perbenismo di facciata che ammantava un nuovo modo di intendere la vasca, e le cronache raccontano di un Marchionne, sì il Sergio della Fiat, che chiese il suo cambio perché trattato male durante la nuotatina di mezzogiorno nella piscina Dino Rora della ex Sisport.

Cambiò strada Corrado allenando in corsa Chiara Boggiatto, lasciando Torino per Livorno, dove ritrovò atleti come la Tocchini, e poi l’attuale coach di Paltrinieri Fabrizio Antonelli.

E se già una sua creatura era stata Stefano Rubaudo, da Detti a Fangio a Turrini iniziarono con una sua visione acquatica la lunga via del successo.

Ecco è una piccola parte del mondo Rosso che si trasportò in Turchia dove era un po' esiliato negli ultimi anni, ma non lo disse mai, perché dirigere un centro federale del nuovo mondo acquatico turco lo rimetteva sulle sue orme. Lo fece intendere e lo ribadì intervistato da me al Salotto Acquatico con la maglia della nazionale turca, con quegli occhi azzurri profondo acqua che tutto dicevano, ma con l’età si erano addolciti a una vita altra, meno scontrosa all’apparenza.

Orme pesanti, ma ricche di storia. Come quella acquatica che oggi rende omaggio a un grande tecnico.

Personalmente il mio saluto sia con un Forza Toro, a lui tifosissimo, filosofia da riserva indiana che combatte chi pensa di domarti, ma alla fine sei l’ultimo dei Mohicani, e ancora aleggia il tuo spirito.

Semplice.

Che poi tra Rosso e Granata, caro Corrado , sempre una corrida sarà.

Ovunque tu sia, grazie di tutto.

zicche@swimbiz.it

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