Sardegna come Genova, quando il nuoto può salvare vite

Vive a Cagliari, quindi non ha vissuto in prima persona la terribile alluvione di Olbia e del nord della Sardegna. “Vedere la mia gente in difficoltà è fonte di dolore – racconta Marco Sulis a Swimbiz – ma allo stesso tempo si riconosce anche la solidarietà dei sardi”. Anche lui dimostrò spirito solidale, e di sopravvivenza, quel giorno del ’99, a Genova: l’aereo su cui viaggiava superò la lunghezza della pista e finì in mare “Un passeggero aveva provato senza successo ad aprire il portellone. Tentai anch’io, riuscendoci, e richiamai l’attenzione degli altri”. Morirono in quattro, ma il suo gesto, a soli 15 anni (foto sx), salvò la vita a 26 persone, tra cui i compagni con cui avrebbe dovuto partecipare ai mondiali in vasca corta “Essere un atleta può spiegare come ci sia riuscito, pur così giovane – un aiuto non tanto fisico - quanto psicologico”. Perché l’abitudine all’acqua, e a compiere sforzi in acqua, può dimostrarsi vitale nel tenere nervi saldi di fronte al tuo aereo che affonda o a un muro d’acqua che inonda la tua abitazione. Niente retorica, il nuoto (da Sulis peraltro ancora praticato, insieme alla pallanuoto) davvero va oltre lo sport, tramutandosi in sopravvivenza. Così come non è retorico l’identikit dei sardi disegnato questa settimana dai media: gente per nulla arrendevole “I soccorsi si sono attivati immediatamente. Vedo davvero tanta solidarietà”.
 
moscarella@swimbiz.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram