Se l’acqua può insegnare i diritti umani ai bambini

Copyright foto: andrea rivola

Rappresentare i diritti umani con l’acqua? Impresa "divertente e difficile, resa possibile grazie a simbologie e metafore per raccontare ai più piccoli questa cruda tematica che dal XV secolo arriva ai nostri giorni", racconta Andrea  Rivola, illustratore già in passato alle prese con opere “acquatiche”(leggi qui).  E da pochi giorni in edicola con un nuovo libro d'illustrazioni “Il cammino dei diritti” scritto da Janna Carioli, “scrittrice di poesie dal bel ritmo, che riescono ad entrare nel tema senza banalizzarlo, rendendolo ‘commestibile’ ai bambini” ed edito da Fatatrac, in collaborazione con Amnesty International Italia. “Io a livello d’immagini e Janna con le parole, abbiamo spiegato l’importanza dei diritti, ricordando gli eventi del passato – dal 27 gennaio, giornata mondiale della memoria dell'Olocausto, a molti altri - con la speranza che non si ripetano più”. E l’acqua è presente, “per me ha decine di significati: amica come nel caso di Malala, una ragazza di 14 anni pakistana che si oppone ai genitori per il suo diritto allo studio, scrivendo ostinatamente sulla sabbia che, bagnata dal mare, cancella tutto. Io l’ho rappresentata con una grande penna con la quale traccia linee incancellabili come le onde del mare”. L’acqua è anche nemica, come “per coloro che cercano asilo in un paese straniero essendo rifugiati  di guerra: l’autrice si rivolge a un bimbo che cerca di attraversare il mare alla ricerca della libertà, della pace. Io lo rappresento con i panni fiabeschi del soldatino di piombo in un mare in tempesta e su una barchetta, alla ricerca di ristoro e salvezza tra le braccia della sua amata ballerina sulla riva opposta”. Senza dimenticare il diritto alla libertà di espressione, dello scrittore e del giornalista, “che cerca di elevarsi in volo aggrappato a una piuma, cercando di non cadere in acqua dove ci sono le forbici della censura”. Il tutto dedicato “a mia figlia e agli adulti del futuro”.
 
ugo@swimbiz.it
 
Amnesty Italia ha successivamente ritwittato l'intervista:

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