Andata e ritorno, il viaggio olimpico di Noemi Batki

Copyright foto: John Gubertini

Per Noemi Batki ha trascorso una mattinata in vasca con i bambini delle scuole della sua Trieste. Una delle Feste dell’acqua del progetto “Acquamica, Nuoto Anch’io”, organizzato da Arena in collaborazione con Fin e Kinder+Sport. Occasione per promuovere i tuffi, e ribadire l’importanza sociale di avvicinare i bambini all’acqua “Conoscendo un mondo diverso come il salvamento” racconta la tuffatrice azzurra a Swimbiz.it. Confrontarsi con altre realtà è sempre utile. Lo sa bene Noemi, abituata a spostarsi da sempre. Nata a Budapest, presto trasferitasi in Italia e poi da Belluno a Trieste, per praticare i tuffi ad alto livello “La mia famiglia ha appoggiato la mia decisione, non senza sacrifici da parte loro. Ma ha aiutato il fatto che tutte facciamo tuffi” . La madre-allenatrice, Ibolya Nagy, era piattaformista come lei. La sorella maggiore, Tünde, insegna tuffi a Londra e la minore, Estilla, ‘studia’ da atleta. “Forse anche per questo è molto legata alla famigliariflette la madre. Per i Mondiali di Barcellona 2013, Noemi le fece una dedica su internet, perché proprio lì ‘Ibi’ aveva fatto le Olimpiadi con la nazionale ungherese, nel ’92.

L'abbraccio tra Noemi Batki e Ibolya Nagy (LaPresse)
L'abbraccio tra Noemi Batki e Ibolya Nagy (LaPresse)

E tuttavia, sottolinea “Noemi non si è fatta problemi a fare esperienze lontano, anche per mesi. A Roma, in Australia, in Russia… allenandosi con tecnici diversi. E’ tornata non perché mia figlia, ma perché da atleta si è trovata bene a lavorare con me, come allenatrice. Situazione frequente nei tuffi “Sono anche fortunata, a Trieste ho la piscina praticamente tutta per me” aggiunge Noemi. Oro europeo dai 10 m nel 2011, altre 4 volte a medaglia i singolo. Agli scorsi Europei di Londra “Ero un po’ delusa solo per la medaglia mancata, di poco, nel sincro con Maicol Verzotto. Ma sono molto felice per essere tornata a tuffarmi come volevo, con automatismi che faticavo a trovare a inizio anno”. Ha ripreso a fare pesi, dopo aver cambiato preparatore Dai 10 m, una perfetta condizione fisica è fondamentale. Certo, le cadute si sentono, ma basta abituarsi un po’. E la piattaforma ha anche i suoi vantaggi. Salti da una superficie fissa, senza bisogno di pre salti – e il tuffo – è più veloce rispetto al trampolino, perché senza fase ascendente. Andrà alle Olimpiadi di Rio con l’obiettivo di tuffarsi ai suoi livelli “Poi, penseremo al prossimo quadriennio. Ha sempre puntato in alto e ai tuffi può ancora dare. Forse accompagnerà il trampolino ai 10 m – conclude Ibolya – cosa cambierei, dopo questi quattro anni? Vorrei potenziare l’allenamento mentale. Ma, soprattutto, non sacrificare la mia famiglia, trovando il gusto equilibro con i tuffi”.

moscarella@swimbiz.it

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