Morini “Quel che ho imparato di mio nipote Detti”

Copyright foto: Gian Mattia D'Alberto-LaPresse

“Per Gabriele Detti, Morini è sempre stato un modello”. Ma il Morini in questione è Tommaso, allenatore alla Sport Managment (squadra di Detti) e figlio del più celebre Stefano Morini. “E’ grazie al loro affiatamento che io e Gabriele ci siamo avvicinati – spiega il Moro a Swimbiz.it – prima che si tuffasse nel nuoto, i rapporti erano meno stretti. Anche con sua madre, mia sorella, vista la nostra differenza di età”. Finite le fatiche degli Europei, come di consueto, gli atleti del Centro Federale di Ostia trascorrono qualche giorno a casa. E Rosignano, in provincia di Livorno, lo zio e il nipote proseguono gli allenamenti in tandem “Pian piano l’ho visto crescere, dal ragazzino che si divertiva tra playstation e motorino a quello che è oggi.  Ma Gabriele non ha avuto un’infanzia come tutte le altre “Quel famoso incidente in motorino (leggi qui) ha cambiato certi schemi mentali, rispetto a un bambino di quell’età. Se l’ha fatto maturare più in fretta? in fondo ogni esperienza, anche negativa, lascia qualcosa di positivo –  lo stesso stop forzato dello scorso anno, paradossalmente ha caricato Detti in vista di questa stagione – ha aiutato molto anche il lavoro del preparatore mentale Paolo Benini(leggi qui). Avere uno staff così ampio aiuta a confrontarsi, mitigando ogni tensione”.

Stefano Morini (in pirmo piano a dx) controlla il tempo agli Europei di nuoto di Londra (LaPresse)
Stefano Morini (in primo piano a dx) controlla il tempo agli Europei di nuoto di Londra (LaPresse)

Nel 2010, la scelta per Detti di allenarsi dallo zio a Ostia “E fu una sua libera scelta, anche tra qualche titubanza iniziale della madre – che comprensibilmente, dopo l’incidente – ama averlo vicino”. Da quella decisione, Detti è cresciuto, come atleta e come uomo. E Morini, cos’ha imparato di suo nipote? “Vivendo le gare da ‘dietro le quinte’, spesso devo aspettare di tornare a casa per vedere le sue video interviste. E mi colpisce sempre per la sua spontaneità. Non ragiona come un ventunenne, ha un’etica e una morale superiori. E ora, insieme, si avvicinano all’appuntamento olimpico. Con i 400 stile, certo, ma anche con i 1500 “Posso dire che la gara di Londra è stata un po’ bugiarda, perché il programma gare l’ha costretto a nuotare quasi ogni giorno, invece di alternare donne e uomini. Gabriele poteva nuotare sicuramente intorno a 14’43”, e quella tra 43 e 44 è la forbice d’élite”

moscarella@swimbiz.it

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