E se il nuoto britannico perdesse gli Scozzesi?

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“Disperdi i suoi nemici e falli crollare” recita un passo di God save the Queen, l’inno del Regno Unito. Quasi ironico, pensando all’attualità politica. Perché il voto sulla Brexit ha visto la maggioranza dei votanti parteggiare per l’uscita dall’Unione Europea. E già quell'epilogo preoccupò sia gli atleti 'di casa', sia gli stranieri che in Gran Bretagna si allenano, come ammisero a Swimbiz.it Ben Proud e Ruta Meilutyte(leggi qui). A complicare il quadro, la Scozia si era in larga parte espressa per il remain. Ora, mentre riparte la battaglia politica tra indipendentisti scozzesi e governo centrale (ma tutto è rimandato al post elezioni), proviamo a immaginare quali conseguenze avrebbe un’eventuale separazione della Scozia dal Regno Unto sul nuoto britannico.

La 4x200 brtannica, argento a Rio 2016. Da dx gli scozzesi Stephen Milne, Daniel Wallace e Duncan Scott. A dx l'inglese James Guy (Getty)
  • Se è vero che le ‘punte’ sono inglesi, da Adam Peaty a James Guy, fino all’argento olimpico Siobhan-Marie O'Connor, gli scozzesi formano l’ossatura della staffetta 4x200 stile maschile. A Rio, il Regno Unito ha vinto l’argento schierando Stephen Milne, Daniel Wallace e il giovane Duncan Scott in finale e Robert Renwick – sempre scozzese, ma nato a Dubai - in batteria.

 

  • Ma il diciannovenne Duncan Scott è anzitutto un velocista, ieri top performer mondiale della stagione con un 47”90 nei 100 stile libero, perciò pedina chiave anche per le staffette veloci.

 

 

Ross Murdoch (Getty)
  • E’ scozzese anche il ranista Ross Murdoch, forse non ‘roboante’ come Peaty, ma bronzo mondiale nei 100 rana e campione europeo in carica nei 200.

 

  • Volendo estendere il discorso anche al Galles, la 4x200 britannica che ai Mondiali 2015 vinse l'oro non avrebbe potuto contare su Calum Jarvis. Né applaudire il quarto posto nella finale dei 200 rana, alle Olimpiadi di Rio, di Chloé Tutton. Né sorridere per il 14'51"48 nei 1500 stile nuotato in questi giorni dal ventunenne Daniel Jervis.

 

Daniel Wallace (foto in alto) si presentò ai Giochi del Commonwealth del 2014 a Glasgow in kilt e festeggiò l’oro nei 400 misti urlando “Libertà!” come William Wallace nel film Braveheart. Gesto che lo portò al centro di un acceso dibattito tra i media britannici, alcuni dei quali lo criticarono per non aver rispettato la ‘par condicio’ per il referendum sulla scissione della Scozia (alla fine prevalse il remain). Fu lui stesso a spegnere le polemiche, sostenendo che la sua intenzione fosse omaggiare l’eroe nazionale scozzese e il noto film con Mel Gibson. Chi si schierò apertamente contro la scissione della Scozia fu il tuffatore inglese Tom Daley, uomo-simbolo di British Swimming.

Separazione o non separazione? Un punto di vista universale offrì l’olimpionica spagnola Mireia Belmonte, alla vigilia della vittoria degli indipendentisti catalani alle elezioni regionali dello scorso anno “Quale nazionale sceglierei tra Catalogna e Spagna? Non mi pongo il problema: una cosa è lo sport, un’altra la politica – dichiarò a Radio Marca – dobbiamo avvalerci dei successi di ogni sportivo, la comunità autonoma non importa. Per me essere spagnolo è compatibile con essere catalano”.

moscarella@swimbiz.it

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