Paolo Penso “A Rio, Pellegrini avrà meno rivali di quanto si creda”

Copyright foto: Gian Mattia D'Alberto-LaPresse

All’epoca di una giovanissima Federica Pellegrini, i due incrociarono il loro cammino alla Serenissima. Ma Paolo Penso è associato più spesso al nome di un’altra grande duecentista, Laure Manaudou, ai tempi della LaPresse di Torino. Oggi metodologo e formatore in seno alla Federnuoto, Penso commenta per Swimbiz.it la finale dei 200 m stile libero della Divina appena conclusa agli Assoluti Primaverili di Riccione. 1’55”30 “Mi aspettavo un tempo simile ed è eccellente ad aprile. Come dice Stefano Morini, so che l’importante non è fare temponi adesso, ma ad agosto. Di recente ha detto a Swimbiz: un conto è fare un record mondiale nell’anno olimpico, un altro vincere l’oro alle Olimpiadi(leggi qui). Ma più che sulla campionessa veneta, la sua analisi si concentra sulle avversarie Ogni anno sembra, come quest’anno o la scorsa stagione, che Federica abbia 4-5 rivali come serie candidate a una medaglia – e quando arriva il Mondiale o l’Olimpiade –si rivelano essere una, massimo due. E non perché Federica si migliori di 3 secondi, ma perché ‘spariscono’ loro”.

Paolo Penso e Laure Manaudou (Getty)/Paolo Penso oggi a Riccione
Paolo Penso e Laure Manaudou (Getty)/Paolo Penso oggi a Riccione

Problema psicologico? “E’ certamente un fattore: se devi marcare Ibrahimovic su palla alta, sei preoccupato... Ma il fattore principale è che ora va di moda, specie negli Usa e in Australia, l’High Intensity Training, allenamento che sacrifica la quantità in cambio di un minore chilometraggio ad alta intensità”. Fare troppo affidamento su questo metodo, spiega Penso “Porterà certamente l’atleta ad andare forte, il problema è che non sai quando accadrà. Federica Pellegrini, nel suo lavoro con Matteo Giunta “Ho l’impressione mescoli un po’ di entrambi i metodi, la strada migliore”. Dell’attuale ranking mondiale, al di là delle solite Katie Ledecky e Sarah Sjostrom o delle incognite cinesi “Considero Femke Heemskerk più temibile delle australiane Bronte Barratt ed Emma McKeon. Perché la Heemskerk è allenata da Philippe Lucas, uno alla vecchia maniera – in passato tecnico della Pellegrini e di Laure Manaudou – Lucas, forse, ha il problema opposto: troppo distante dal sistema H.i.t.”. E riguardano il ranking “Ledecky a parte, chi ha fatto 1’54 finora scenderà a 1’53 a Rio? Non credo, al massimo lo replica o peggiorerà. Federica, invece, arriverà a Rio in progressione”.

moscarella@swimbiz.it

 

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