Il favoloso mondo di Laure: l’icona di Francia entra nella Hall of Fame

Copyright foto: Lgp

Come Alain Bernard(leggi qui), non poteva non essere scelta anche lei per l’arca della gloria. Al pari di Bernard, infatti, Laure Manaudou ha un grande merito nel nuoto francese. L’ha reso popolare, génial come dicono da quelle parti, in un Paese che considerava il nuoto roba da soldatini impettiti. Poi arrivò lei, un carico di personalità, travolgente più del suo stesso palmarès: un oro olimpico, tre mondiali, nove europei, giusto per grattare la superficie. Fama, bellezza, copertina, tatuaggi, gossip, sponsor, moda… Laure spalancò le porte delle piscine a un nuovo mondo. Quando accarezzò brevemente l’idea di nuotare per la nazionale italiana per seguire il suo amore dell’epoca, Luca Marin, in Francia scoppiò un caso nazionale. Personaggi anche coloro che l’hanno seguita nella sua avventura. Uno su tutti Philippe Lucas, look da wrestler e modi unidirezionali per uno dei tecnici più vincenti d’Europa. O Didier Poulmaire, manager della campionessa francese – e poi dello stesso Lucas(leggi qui) – che mise la pietra tombale sull’avventura  della Dive nella torinese LaPresse (e di fatto sulla stessa società) quando andò a battere cassa.

Laure Manaudou e Federica Pellegrini ai Mondiali 2007 su "il Messaggero", a firma Christian Zicche

Manaudou si unisce alle entrées di quest’anno della International Swimming Hall of Fame, ricordata dalla prestigiosa istituzione anzitutto per aver battuto il record imbattibile: il mondiale nei 400 stile della stellare Janet Evans, datato Seul ’88, finalmente superato dalla diva francese ai campionati francesi del 2006 e poi nuovamente agli Europei. Ma non sarebbe stata la stessa senza una Federica Pellegrini di fronte. Le regine acquatiche del nuovo millennio, alternando rivalità feroce a sincera amicizia e stima reciproca. Al Mondiale di Melbourne 2007, la Divina stampò il record mondiale dei 200 stile in semifinale. Quasi per smacco, il giorno dopo rispose la Dive prendendosi il primato. Il tempo ha gradualmente avvicinato le due ex rivali, che in fondo hanno condiviso molto, in acqua e fuori.

Ha superato il dramma di un aborto spontaneo, è  madre e in Francia si sussurra che aspetti un altro figlio. Ha creato una linea d’abbigliamento tutta sua. Ha saputo superare lo shock della morte di Camille Muffat: poteva esserci lei su quell’elicottero. Il programma Dropped, infatti, aveva inizialmente scelto Manaudou per partecipare al reality, virando su Muffat dopo il rifiuto.

La biografia di Laure Manaudou "Entre les lignes"

Cantava Je ne regrette rien come Edith Piaf, ma ci sono cose di cui si è pentita. Le foto a luci rosse diventate di dominio pubblico. Il suo primo addio a Lucas, che ha poi ritrovato come co-commentatore del nuoto per la tv francese. Si ritirò due volte dall'agonismo. “Non mi è mai piaciuto nuotare” è l’inizio della sua autobiografia, come il “Odio il tennis lo odio con tutto il cuore” di Agassi. Ma se fosse vero, non si sarebbe spesa così tanto per il fratello Florent, anche lui olimpionico, difendendolo da chi in vasca lo considerava solo ‘il fratello di Laure’. Né porterebbe in piscina la piccola figlia Manon, della quale l’ex bleu Frédérick Bousquet, padre biologico, ha detto a Swimbiz.it(leggi qui) “Un futuro da nuotatrice per lei? Temo sarebbe troppo, emotivamente. Voglio che nuoti col sorriso. Ma ammetto che può diventare forte: a sei anni è già alta e con braccia lunghe”. In fondo, cos’è una regina senza una dinastia?

moscarella@swimbiz.it

 

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