Il popolo dei tuffatori, unito da una longia

All’inizio va accordata, come uno strumento “Finché prendi la mano” spiega a Swimbiz.it Max Mazzucchi. E come uno strumento, la longia – ‘cintura’ utilizzata dai tuffatori per provare i tuffi a secco, fuori vasca, col tappetto elastico – è parte di una grande orchestra, una squadra sportiva “Ognuno deve suonare solo il suo strumento, perché il risultato sia ottimale”. Tradotto: l’ideale per un tecnico è uno staff di specialisti (nutrizionista, preparatore, psicologo…) anziché arrangiarsi a far tutto o quasi da solo. Quel professionismo che, Swimbiz evidenzia spesso, anche gli sport olimpici ormai richiedono per una preparazione d’élite. Diverso, e utile, è invece l’interscambio di opinioni “Ci sono spesso condivisioni d’idee sulla tecnica con gli allenatori. E Alessandro De Rose mi spiegava lui stesso alcune cose, perché i tuffi dalle grandi altezze sono simili, ma diversi dai nostri”.

 

 

La longia non è uno strumento nuovo, ma oggi ne viene sfruttata appieno l’utilità “Sul tappeto, lavori su ogni singolo movimento che compone il tuffo, ‘a rallentatore’ e senza paura dell’impatto con l’acqua, vento forte ecc. – inoltre – puoi lavorare in singolo con l’atleta, da 2 m di distanza, guidandolo o correggendolo subito. In un minuto, puoi così eseguire anche 5-10 tuffi”. Grazie alla collaborazione Fin, Coni e Marina Militare, quest’anno l’ex azzurro ha fatto da longista praticamente per ogni squadra d’Italia “Durante la settimana sono le società romane a venire al Giulio Onesti – centro di preparazione olimpica del Coni, dov’è appunto localizzata la moderna palestra dei tuffi - ma nel week-end, nelle festività e in ogni momento libero arrivano da Milano, Cosenza, Torino, Genova, Verona, Mantova…”. Un melting pot tutto italiano, che ha compattato ulteriormente il movimento “Gli allenatori mi danno indicazioni sui lavori da fare con gli atleti, c’è sempre entusiasmo. Mi hanno fatto sentire parte di ogni squadra – e responsabilizzato – perché mettono i ragazzi nelle tue mani, letteralmente”.

E quello strumento suona già bene, insieme al resto dell’orchestra “L’Oro di Maia Biginelli e le altre medaglie agli Eurojr, i miglioramenti nei singoli tuffi… – lavori del genere – vanno fatti fare già a 7 anni. E’ più facile ed efficace con i giovani atleti che ancora stanno imparando, rispetto ad atleti di vertice che hanno già i loro schemi, peraltro d’eccellenza”. E tuttavia, anche ‘big’ come Tocci, Bertocchi, Marsaglia hanno lavorato quest’anno con Mazzucchi “Poter esser d’aiuto a certi campioni ti rende fiero del lavoro che fai” ora attesi dagli Assoluti Estivi, ma soprattutto dagli Europei di Edimburgo. Il bello e brutto dei tuffi “E’ che, se ripeti sempre le stesse cose, avrai costanza di risultati. Ma per trasformare radicalmente alcuni movimenti, devi rischiare e modificare i tuoi equilibri”. Basti vedere Tania Cagnotto che, grazie all’ottimo lavoro con Oscar Bertone e uno staff d’eccellenza, negli ultimi anni di carriera cambiò i suoi standard per un salto di qualità capace di farle vincere due medaglie olimpiche(leggi qui) . Una stagione di soli Europei, se paragonata a quelle di Mondiali e Olimpiadi, è l’ideale per sperimentare “Anche in World Cup. Ora mi aspetto di vedere atleti sereni, agli Assoluti - ultima tappa per aggiustamenti definitivi – arrivando pronti e in piena forma agli Europei”.

moscarella@swimbiz.it

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