Telelavoro tuffi e synchro. Con un’avvertenza: servirà tempo per essere in forma gara

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Persino gli atleti professionisti, in tempo di Coronavirus, hanno visto tornare in auge l'uso di Skype. Perché è vero che ognuno si allena a casa propria, ma spesso collegandosi in videoconferenza con i compagni e le compagne di nazionale. Sia per sollevare il morale, sia per correggere vicendevolmente eventuali errori, fondamentale in due sport che ricercano la perfezione. Lo raccontano, attraverso il sito Fin, il Dt dell'Italtuffi Oscar Bertone e la sua collega dell'Italsynchro, Patrizia Giallombardo. Accomunati dall'esigenza di fare di necessità virtù e dai rispettivi tornei di qualificazione olimpica, inizialmente previsti a inizio maggio proprio a Tokyo, slittati a giugno con data e sede da definire(leggi qui).

Anche chi ha ancora ha la possibilità di lavorare in piscina come le sincronette di base a Roma, spiega Giallombardo "Lavora singolarmente per via della distanza da rispettare e quindi prevalentemente si nuota e si prova la gestualità". E allora schede di lavoro dei preparatori da seguire a casa, report da inviare ai Dt e, appunto, teleriunioni. Tutto in attesa che la mareggiata passi. Con un'avvertenza da parte di entrambi: dopo non basterà tornare ad allenarsi nelle sedi e nei modi opportuni, serviranno settimane - "Almeno due mesi" per la guida delle sincronette - prima di ritrovare la forma gara. L'importante è partecipare, sì, ma con la dignità che meritano questi atleti.

moscarella@swimbiz.it

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