Doping, un invito alla prudenza

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Yulia Efimova positiva a un’anabolizzante. Quando, il gennaio scorso, la notizia rimbalzò sui media mondiali, Swimbiz chiese un’opinione al dottor Antonio Fiore, responsabile medico dell’Italscherma “Non mi sembra avere un fisico ‘mascolinizzato’. Inoltre, secondo l’attuale regolamento Wada, è rischiosissimo prendere sostanze del genere, anche perché facilmente individuabili” commentò, perplesso. Più facile che la russa si fosse dimostrata superficiale nella scelta degli integratori, venendo a contatto con una sostanza proibita; i fatti, stando alla decisione di oggi del Fina Doping Panel, sembrerebbero dargli ragione. “E’ la conferma che ci vuole prudenza nel dare la croce addosso agli atleti, in caso di positività all’antidoping – dichiara ora il dottor Fiore a Swimbiz – tuttavia, lo sportivo professionista ha una responsabilità non solo dell’uso degli integratori, ma anche della scelta di medici, fisioterapisti ecc che lo circondino”. Molto dipende anche dall’ambiente in cui si è cresciuti, la cultura antidoping “La figura del medico sportivo, grazie alla conoscenza approfondita della materia, è fondamentale nel consigliare gli atleti. In Italia è una presenza costante, ma esistono contesti in cui la medicina sportiva non esiste nemmeno”.
moscarella@swimbiz.it

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